Gli aeroporti mi hanno affascinata fin da piccola, luoghi non luoghi tanto insignificanti quando si visualizzano sulle mappe, lunghe distese di cemento in periferia, quanto magici punti di contatto tra le città di tutto il mondo.
Scrivo questo post dal mini bus che mi sta portando a JFK che condivido con altre persone: una coppia di turisti francesi, una famiglia composta da genitori e un ragazzo un po’ più giovane di me, una ragazza bionda troppo elegante per salire su un aereo e la mia vicina che si è addormentata appena siamo partiti e adesso sta russando, piano (per fortuna!).
Quando sono da sola in mezzo a sconosciuti come adesso mi piace indovinare le vite delle persone che mi circondano in un gioco che mi fa compagnia per la durata, in questo caso, del viaggio. Inizio dai ragazzi francesi, decido che sono una coppia che sta tornando a Parigi dopo la luna di miele appena conclusa tra New York e il New England, la famiglia invece è stata a New York a festeggiare il compleanno della mamma o la laurea del figlio. La ragazza bionda sta andando a JFK ma a prendere il fidanzato che torna da un viaggio di lavoro magari in Asia o in Sud America. E la mia vicina? Una sola certezza: è incredibilmente stanca!!
Sto partendo o forse sto tornando in una staffetta continua di tratte JFK-MXP di cui ormai fatico a tenere il conto. Ogni viaggio corrisponde a un mattoncino nuovo di un ponte virtuale che sto costruendo per connettere due realtà, due case, tanti affetti che nella vita di noi expat restano altrimenti sempre divisi a metà. O forse siamo noi ad esserlo…
L’autostrada verso l’aeroporto è trafficata nell’ora di punta (sono le 18.00) ma mi sto godendo questo momento di attesa e quel minimo di apprensione che un viaggio porta sempre con sè (avrò spento la luce? La porta sarà chiusa bene?). Tra poco a JFK mi mescolerò agli altri passeggeri del mio volo cercando di scorgere quelli tra loro che come me stanno tornando. Ci riconosciamo facilmente, siamo quelli con le valige più pesanti, quelli più abituati ai controlli di routine, quelli che al gate arrivano senza guardare il biglietto ma, soprattutto, quelli con il sorriso stampato in faccia!!
Domani mattina ci sveglieremo sotto il cielo di Milano, che è previsto insolitamente azzurro.
Voglio godermi questo viaggio, che sia un’andata o un ritorno sarà una riscoperta, un pieno di abbracci (fisici e del Mulino Bianco!!) e una voglia rinnovata di partire o tornare sulla stessa rotta ma nel verso opposto! Ancora e sempre a casa!