Visitare il Metropolitan Museum of Art richiede un tempo potenzialmente inestimabile compreso tra la mezz’ora e i quindici giorni. E’ senza dubbio il museo più ricco di New York, oltre a essere il terzo museo più visitato la mondo. La varietà della collezione permanente, che spazia dall’antico Egitto all’arte moderna, passando per le più famose opere degli impressionisti e un’imponente collezione di armature, ha incantato un pubblico variegato fin dall’apertura del museo nel 1870.

Se approcciare un tale colosso può sembrare a primo impatto una mission impossible, un metodo che ho affinato negli anni può forse essere d’aiuto per pianificare la vostra visita al Met, gestire l’ansia da assimilazione e farvi godere visita e giornata. Alla base del mio metodo esplorativo c’è una scelta consapevole e mirata: bisogna entrare al Met con un obiettivo ben preciso, che sia una mostra temporanea, una sezione della collezione permanente o un singolo quadro. Questo semplice stratagemma fornirà la fondamentale illusione di poter combinare la mancanza di tempo a disposizione e la quantità smisurata di cose da vedere. Per chi è a New York in questi giorni di fine estate consiglio due cose: CAMP – Notes on Fashion, in esposizione fino all’8 Settembre e Parapivot, l’istallazione di Alicja Kwade sul roof garden al quinto piano del museo, visitabile fino al 27 Ottobre.

Tenendo ben in mente i nostri obiettivi e armati di mappa del museo, concediamoci ora di procedere rigorosamente a caso tra le sale labirintiche del museo, alla scoperta di mondi paralleli e periodi storici più o meno remoti, lasciandoci incantare dalle opere e dagli allestimenti curatissimi. Mi perdoneranno gli storici dell’arte e gli studiosi più appassionati: riconosco che il mio metodo sia superficiale e un po’ approssimativo ma la sensazione più bella dopo una visita al Met è per me sempre quella di aver fatto un viaggio sorprendente e affascinante nel tempo e nello spazio.

E’ qui che Van Gogh osserva le maschere africane dal suo piedistallo, rigidi faraoni egizi contemplano chitarre elettriche e le prime fotografie della luna approdano in un villaggio cinese ricostruito a regola d’arte. E’ ancora qui che si annullano migliaia di anni tra un quadro di Pollock e un capitello corinzio, e distanze incolmabili riuniscono Ming e capi indiani. Aiutati dalla fantasia e da una buona dose di curiosità – che non manchi mai! – costruiremo un viaggio incredibile sicuri di aver imparato qualcosa di nuovo e di aver trascorso qualche ora immersi nella più grande sintesi immaginabile di bellezza.

Ogni visita al Met che si rispetti, nel periodo estivo, non può che terminare al roof garden idealmente all’ora del tramonto. Dalla terrazza, affacciata su Central Park, si gode di una delle viste più emozionanti sui grattacieli, circondati dal verde del parco. È qui che in questi giorni si trova Parapivot, il sistema solare in miniatura di Alicja Kwade che incornicia sorci di cielo e aperitivi indimenticabili.

Chi sono

Catapultata tra i grattacieli da quel ramo del lago di Como. Amo New York, la sua dinamicità e la sua energia e in queste pagine vi porto a scoprirla!

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