Negli ultimi tempi non si fa che parlare di Hudon Yards, il modernissimo quartiere di Manhattan creato ex novo ai margini di Chelsea, al limite Nord della bellissima High Line e al confine estremo occidentale dove l’isola si affaccia sul fiume Hudson. Dopo essere stato progetto e poi cantiere negli ultimi cinque anni, il 19 Marzo 2019 Hudson Yards ha finalmente aperto i battenti invitando il pubblico a testare i suoi ristoranti, a curiosare tra i negozi del suo centro commerciale e a familiarizzare con i suoi spazi, un po’ verdi e tanto costruiti, che si affacciano sul nuovo simbolo di New York: The Vessel, che svetta al centro della piazza pedonale, cuore del nuovo neighborhood.
Impressionanti sono soprattutto i numeri che descrivono e definiscono il progetto: 25 miliardi di dollari investiti, un totale di 20 palazzi, circa 4.000 abitazioni, più di 100 negozi, 14 ettari di spazi all’aperto, 23.000 posti di lavoro garantiti in fase di costruzione e 55.000 dopo l’apertura. Sono numeri da capogiro eppure numeri che ci si aspetta da New York, il cui sviluppo edilizio è stato impressionante negli ultimi anni, seppure non paragonabile a quello delle grandi metropoli asiatiche e arabe.
Se avete già letto il mio blog sapete che mi occupo poco di numeri e più di sensazioni ma la prima impressione che ho avuto, una volta approdata ad Hudson Yards il giorno dell’inaugurazione, è stata proprio legata allo sforzo, economico e fisico, che ha portato alla realizzazione di questo progetto e al messaggio simbolico che emana dai palazzi, alcuni ancora in costruzione, e dagli spazi commerciali: New York non si ferma, cambia, cresce – in altezza! – si espande, pur geograficamente costretta tra i due fiumi, si fa bella anche nelle zone un tempo periferiche, per mantenere nel mondo il suo primato di città d’avanguardia. Certo, i palazzi non sono i più alti del mondo, anche se una torre è già la seconda della città con i suoi 400 metri di altezza, gli effetti speciali non sono quelli glitterati di Dubai, ma la forza di New York sta nella sua capacità di mescolare stili diversi, adattarsi a esigenze che cambiano, scivolare nell’immaginario fantastico del cinema e della letteratura per restituire al suo pubblico quello spirito immutato che da sempre la rende una delle mete più amate al mondo.
Ho iniziato a scoprire Hudson Yards dal suo centro commerciale che oltre ai negozi comprende ristoranti, gallerie d’arte, una sala relax e una parete interamente ricoperta di paillettes che invita a disegnare messaggi d’amore. Il lato ovest del palazzo si affaccia sul Vessel che appare, quadrettato, tra i pannelli di vetro della facciata. Proprio questa struttura futuristica è già simbolo cittadino insieme all’Empire State Building, al Chrysler e alla Freedom Tower. Realizzato dallo studio del rinomato architetto inglese Thomas Heatherwick, e ancora in cerca del suo nome definitivo, che verrà assegnato con un sondaggio aperto al pubblico, il Vessel è una scultura, che ricorda un alveare nella forma, alta 46 metri, realizzata in cemento armato rivestito in acciaio ramato. E’ composto da 16 piani, 2.500 gradini e 80 terrazze panoramiche da cui osservare la città da nuove prospettive: un playground per gli appassionati di fotografia che potranno sbizzarrirsi cercando inquadrature originali e incorniciando orizzonti finora inesplorati. La genialità dell’opera sta proprio nel suo essere dinamico, interattivo e sperimentabile (gratuitamente!) dal pubblico che diventa partecipe dell’intero progetto e della sua potenza concreta quanto ideologica. Un comodo ascensore in vetro consentirebbe di evitare la fatica ma il mio consiglio è quello di esplorare quest’opera d’arte un piano alla volta, senza fretta, per godere appieno delle geometrie tra trasparenze e riflessi e per godersi piano piano la vista che si fa più ampia man mano di sale.
A completare il progetto di Hudson Yards, che verrà ultimato nel 2020, spazi verdi pubblici curatissimi con tante specie di piante e una fontana, edifici adibiti a uffici già acquistati dai più facoltosi brand del lusso, appartamenti da capogiro, una scuola per fortunati pupilli milionari e The Shed, centro artistico di ultima generazione che già allieta il suo pubblico con un programma interessatissimo di eventi culturali. Dallo Shed si accede direttamente all’High Line che attraversa Chelsea e conduce nel Meatpacking district in un itinerario perfetto per una giornata di sole. Non resta quindi che augurarvi buon divertimento alla scoperta di questa nuova zona della città e non dimenticatevi di farmi sapere cosa ne pensate nei commenti qui sotto!
Bellissima descrizione Marta, molto curata e dettagliata, mi fai sognare sempre di più sulla continua evoluzione di questa splendida città ☺️ Avanti tutta 😘😘😘 la tua cara Barbara
Grazie a te, carissima Barbara. Mi fa piacere che ti sia piaciuto il post! 🙂
Direi che facciamo bene a tornare! 😍
Direi proprio di si 🙂
Brava Marta! Mi hai convinta: devo tornare a NY.
Ti aspetto!