All’inizio del mese di Marzo i più importanti galleristi internazionali e i più grandi collezionisti d’arte si danno appuntamento a New York, sulle rive spesso ancora innevate dell’Hudson, per l’imperdibile Armory Show. Giunto alla sua venticinquesima edizione, l’Armory è una delle fiere d’arte più importanti al mondo, seconda solo all’Art Basel di Basilea. La fiera, a cui sono associati numerosi eventi e manifestazioni in città, si svolge da mercoledì a domenica ed è rivolta a un pubblico estremamente variegato che conta più di 65.000 visitatori l’anno. Oltre ai semplici curiosi, l’Armory Show si rivolge a collezionisti milionari, che affollano gli aeroporti di New York con un traffico considerevole di jet privati, a cui è dedicato il primo giorno di fiera con inviti riservati e tappeti rossi che si sprecano all’ingresso dei padiglioni.

Tra gli ospiti decisamente meno abbienti c’eravamo anche noi, poco esperti ma molto curiosi, ormai da qualche anno affezionati a un evento impregnato di novità, bellezza e ispirazione. Oltre al richiamo culturale, un motivo in più ci ha portati a visitare la fiera: Fabrizio Musa e le sue opere dedicate alla città di Como. Per il secondo anno di fila infatti, con la galleria Montrasio Arte, Musa ha portato un pezzo di Como a New York, proponendo quest’anno una serie di tre bassorilievi dedicati alla Casa del Fascio, realizzati in acrilico su legno, combinando tecniche tradizionali di pittura con un sistema tecnologico innovativo di incisione del legno. L’effetto è estremamente dinamico e l’opera d’arte sembra emergere dallo sfondo prendendo vita a livello multisensoriale e cromatico pur nella semplicità apparente del nero su nero.

La Casa del Fascio, progettata da Giuseppe Terragni nel 1932, è uno dei simboli di Como ed elemento di spicco nel panorama architettonico del razionalismo italiano di cui la città va fieramente orgogliosa. Vedere rappresentato un angolo tanto noto della mia città, qui a New York, per un attimo ha annullato le distanze tra i miei due mondi creando una realtà parallela in cui Empire State Building e Statua della Libertà si stagliano sopra la Casa del Fascio, l’Hudson diventa improbabile affluente del Lago e i grattacieli modernissimi circondano la fontana di Camerlata, per citare un altro elemento architettonico comasco caro a Fabrizio.

Nei miei anni a New York ho spesso riscontrato tra gli expat un attaccamento marcato, spesso riscoperto e brandito con estremo orgoglio per le relative terre d’origine e chi mi conosce sa quanto io per prima sia legata alla mia città. Nel sogno di vedere fusi spazi, tempi e soprattutto affetti, mi accontento più che volentieri, per ora, di un’emozione scaturita da un’opera d’arte, specialmente se a realizzarla è un artista, amico e concittadino che è riuscito a portare Como fino all’Armory Show e a piazzare la Casa del Fascio tra un Fontana e un Warhol da un milione di dollari!

Chi sono

Catapultata tra i grattacieli da quel ramo del lago di Como. Amo New York, la sua dinamicità e la sua energia e in queste pagine vi porto a scoprirla!

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